top
topsarra

    Préambule
  Introduction
  Géographie
L'Histoire :
 I  < 1200
 II  1200-1713
 III  1713-1861
 IV  >1861

Annexes
 Battagliola
 Escarton
  Blason
  Notes
 Références
 Figures/Cartes
  République
 Thèmes
 Traditions 

En italien
Breve chronologia
Escartoun
Republica
Les liens
Vos commentaires
 
mail      

   

 

II.  EPOCA MEROVINGIA E CAROLINGIA

 

Epoca Merovingia ( Dal 500 al 700)

Evangelizzazione delle campagne, in particolare nel Nord Italia da parte di monaci irlandesi ( San Colombano è sepolto a BOBBIO verso il 615 )

Epoca Carolingia (Dal 700 all' 860)

 

I Sarraceni La caduta dell'impero di Carlo Magno nell'814 fa piombare l'Europa in un periodo di incertezze di cui approfittano i nobili del posto .

Ad Est ,il Marchese del Monferrato ,a Ovest il conte di Provenza ,il Delfino di Vienna e il Conte di Savoia si dividono le Alpi del Sud ( "Alpinia " Luigi Dematteis Pag 95 ,Ed Priuli e Verlucca )

Approfittando del disordine ,dei Saraceni sbarcati a ST TROPEZ invadono , con atti di pirateria , la Provenza e il Piemonte .

Nel 936 queste regioni sono unite in "federazioni" più o meno autonome ,in seno al Santo Impero Germanico e Ottone I° riesce a riunire le forze dei signori del posto ( quali Guglielmo primo ,signore di Manosque ,suo fratello Robaldo con l'aiuto di Arduino ,marchese di Ivrea ) per cacciare ,fin dal 983 , queste orde di predatori .( Storia del Piemonte "Claudio Bocca ,Massimo Centini" )
 

a
un soldato Romano dipinto su un affresco
della chiesa della valla vicina di Elva
è armato da uno scudo ornato con l'aquila imperiale.
 
Le leggende e le tradizioni di queste valli lasciano un posto di riguardo a questi misteriosi saraceni di cui nessuna vestigia attesta tuttavia l'effettivo passaggio .
  I  Saraceni della Beo 


I tempo remoti hanno tramandato alla valle la festa della « BEHO »( l’Abbadia)
Il corteo  carnavalesco mette in scena un popolo di migranti guidati dal vecchio  e chiedendo asilio ai abitanti  .
Delle barriere , destinate a essere tagliate da muscolosi «  Sapur » , aspettano gli invasori.
Tra i personnagi ( Turco , Carabiniere ,Arlecchino , Soldato etc) delle strane Saracene vestite di bianco agitano loro sonaglie .

a

La festa della Beho


 
  Nessuno sà se si tratta di fantasmi ,di invasori maometani respinti dall’ Imperatore Ottone 1°nel 936 , o più simplicemente di predoni « ARPETAR » ?
 

Talvolta la loro immagine è paragonata a quella dei folletti neri che bazzicano nelle caverne ,costruiscono miniere e ponti ,esigendo derrate alimentari dalla popolazione . ( Charles Joisten " Provence Historique" Tome XLIX fascicule 198 Oct Dec 1999 .

La teoria degli " ARPETAR "

Sconvolgendo o completando le teorie comunemente accettate, alcuni autori sostengono che i primi abitanti delle nostre alte vallate dell’epoca neolitica, gli ARPETARS (da AR: roccia; PE: sotto e TAR: abitante) di religione pagana e di etnia ligure, avrebbero potuto mantenere a loro volta la loro cultura e la loro lingua fin verso i secoli X e XI.

La loro lingua d’origine pre indoeuropea, l’ARPETARA, avrebbe dato origine a numerosi toponimi, al tempo stesso lotte incessanti li opponevano ai cristiani delle pianure vicine e dei fondovalle, che li avrebbero confusi con i saraceni, egualmente scuri di carnagione e resi responsabili di improbabili razzie nelle nostre alte vallate, durante il X secolo.

Tanto affascinante quanto inquietante, la teoria degli ARPETARS chiarisce in un attimo, con innovazione, le origini di numerose tradizioni quali: carnevali, diavoli, streghe e leggende delle nostre montagne.

Osservandoli da vicino, nessuna traccia ne influenza linguistica araba o barbara è rilevata nelle lingue neolatine delle Alpi, "lingua" allora nascente al momento dell’epopea saracena.

" Tanto al Nord quanto al Sud delle Alpi esistevano prima dell’anno 1000 numerosi marchesati. Orbene, i marchesati erano delle zone militari situate alle frontiere dell’impero per resistere e rispondere agli attacchi degli stranieri.

Nel caso che ci riguarda, è innegabile che i nemici, cui era dovere del marchesato contenere l’incedere, venivano dalle montagne."
( Joseph HENRIET: Noi Saraceni delle Alpi, Ed. Cervino, 111024 CHATILLON 1976 e 2002)

Se si crede a questa analisi, l’influenza dei Celti come quella dei romani unitamente a quella delle prime cristianizzazioni, non avrebbero in verità penetrato che in seno alle basse valli, mentre le terre alte, poco accessibili, avrebbero costituito un rifugio per alcune popolazioni dai corpi magri e nervosi, scuri di carnagione e per di più pagani e ribelli a tutte le colonizzazioni fino al X secolo.

Di conseguenza, la leggenda popolare avrebbe associato questi feroci ed enigmatici montanari ai veri saraceni.

Per quanto appaiano seducenti, queste tesi rimangono sfortunatamente fragili, in quanto esse difettano di tracce e prove materiali.

Può essere che occorrerà un giorno decidersi a pensare che la storia delle nostre più alte vallate, episodicamente turbate dal passaggio di qualche pastore o viaggiatore, non cominci effettivamente che nei secoli XII o XIII.
 

Suite


   
top