Nessuno sà se si tratta
di fantasmi ,di invasori maometani respinti dall’ Imperatore Ottone 1°nel
936 , o più simplicemente di predoni « ARPETAR » ?
Talvolta la loro immagine è
paragonata a quella dei folletti neri che bazzicano nelle caverne ,costruiscono
miniere e ponti ,esigendo derrate alimentari dalla popolazione . ( Charles
Joisten " Provence Historique" Tome XLIX fascicule 198 Oct Dec 1999 .
La teoria degli " ARPETAR
"
Sconvolgendo o completando le
teorie comunemente accettate, alcuni autori sostengono che i primi abitanti
delle nostre alte vallate dell’epoca neolitica, gli ARPETARS (da AR: roccia;
PE: sotto e TAR: abitante) di religione pagana e di etnia ligure, avrebbero
potuto mantenere a loro volta la loro cultura e la loro lingua fin verso
i secoli X e XI.
La loro lingua d’origine pre indoeuropea,
l’ARPETARA, avrebbe dato origine a numerosi toponimi, al tempo stesso lotte
incessanti li opponevano ai cristiani delle pianure vicine e dei fondovalle,
che li avrebbero confusi con i saraceni, egualmente scuri di carnagione
e resi responsabili di improbabili razzie nelle nostre alte vallate, durante
il X secolo.
Tanto affascinante quanto inquietante,
la teoria degli ARPETARS chiarisce in un attimo, con innovazione, le origini
di numerose tradizioni quali: carnevali, diavoli, streghe e leggende delle
nostre montagne.
Osservandoli da vicino, nessuna
traccia ne influenza linguistica araba o barbara è rilevata nelle
lingue neolatine delle Alpi, "lingua" allora nascente al momento dell’epopea
saracena.
" Tanto al Nord quanto al Sud
delle Alpi esistevano prima dell’anno 1000 numerosi marchesati. Orbene,
i marchesati erano delle zone militari situate alle frontiere dell’impero
per resistere e rispondere agli attacchi degli stranieri.
Nel caso che ci riguarda, è
innegabile che i nemici, cui era dovere del marchesato contenere l’incedere,
venivano dalle montagne."
( Joseph HENRIET:
Noi Saraceni delle Alpi, Ed. Cervino, 111024 CHATILLON 1976 e 2002)
Se si crede a questa analisi, l’influenza
dei Celti come quella dei romani unitamente a quella delle prime cristianizzazioni,
non avrebbero in verità penetrato che in seno alle basse valli, mentre
le terre alte, poco accessibili, avrebbero costituito un rifugio per alcune
popolazioni dai corpi magri e nervosi, scuri di carnagione e per di più
pagani e ribelli a tutte le colonizzazioni fino al X secolo.
Di conseguenza, la leggenda popolare
avrebbe associato questi feroci ed enigmatici montanari ai veri saraceni.
Per quanto appaiano seducenti,
queste tesi rimangono sfortunatamente fragili, in quanto esse difettano di
tracce e prove materiali.
Può essere che occorrerà
un giorno decidersi a pensare che la storia delle nostre più alte
vallate, episodicamente turbate dal passaggio di qualche pastore o viaggiatore,
non cominci effettivamente che nei secoli XII o XIII.